Le collezioni del Museo Civico Gaetano Filangieri
I tre prestigiosi volumi monografici a cura di Isabella Valente
Il nuovo catalogo scientifico delle collezioni del Museo Filangieri – in tre volumi in elegante cofanetto – si propone di documentare, per la prima volta e in modo rigoroso, il ricco e variegato patrimonio d’arte dell’antico museo napoletano composto da circa tremila oggetti tra dipinti, sculture, armi, ceramiche, mobili e tessuti, sulla scorta dei più recenti studi intrapresi negli ultimi anni da ricercatori ed esperti dei più vari ambiti del settore storico-artistico. Il Museo Civico Gaetano Filangieri fu fondato nel 1882 e aperto al pubblico nel 1888 da Gaetano Filangieri, Principe di Satriano (1824-1892) conoscitore erudito, collezionista e lungimirante organizzatore culturale, figlio del generale Carlo e nipote dell’omonimo filosofo autore de La Scienza della Legislazione; sia il padre che il nonno ebbero un acceso interesse per l’educazione dei giovani, la formazione scientifica e il progresso tecnologico. Memore di questi insegnamenti, il Principe Filangieri dopo circa venti anni trascorsi in giro per l’Europa alla ricerca di opere d’arte e di tracce documentarie riguardanti la storia patria, ritorna a Napoli e nel 1878 fonda il Museo Artistico Industriale e successivamente il Museo Civico, definito “una festa dell’arte antica” mentre il primo è “la festa del lavoro vivente, produttivo, fecondo, sorgente di lucro all’operaio”. Luogo di produzione e luogo di esposizione e dei modelli, fabbrica e museo si completano a vicenda e si uniscono idealmente in un articolato progetto culturale per l’ex capitale del Regno delle Due Sicilie.
Il Museo ha sede nel quattrocentesco Palazzo Como, rarissima testimonianza a Napoli dell’architettura rinascimentale; popolarmente noto in passato come il “palazzo che cammina” poiché, per consentire la rettifica dell’attuale via Duomo, l’antica facciata nel 1880 fu spostata di circa venti metri. Fu allora che Filangieri, membro della Commissione municipale per la conservazione dei monumenti, propose di donare al Comune le sue collezioni e di allocarle nel traslocato Palazzo Como e completamente a sue spese, progettare e realizzare gli interni per adattarli a sede espositiva. Nella personalissima ricostruzione, che guarda ai dettami sul restauro in stile proposti in Francia da Viollet-le-Duc, Filangieri scelse di raccordare il calore di un palazzo-museo con i fini conoscitivi e comparativi di un museo moderno. Il risultato è un originale e unico spazio espositivo che unisce a citazioni del passato soluzioni museografiche funzionali e all’avanguardia. Museo della città per la città che ancora oggi come allora testimonia il sogno di un Principe illuminato e offre spunti e supporti interessanti per una rilettura più ampia della storia politica, economica, sociale e del gusto nella Napoli di fine Ottocento.



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